Adolescenza complicata: ansia e disistima
ANSIA, DISISTIMA e AUTOLESIONISMO NELL'ADOLESCENTE
Tachicardia improvvisa, peso sul petto, sensazione di soffocamento, vomito, gastrite, colite, vertigini, tremori, tosse persistente, insonnia, accompagnati da senso di vuoto e atti autolesivi
Se i sintomi dell'ansia e dell'autolesionismo possono essere paragonati a quelli che si verificano negli adulti, nell'adolescente la dinamica psichica che ne è all'origine ha una complessità specifica legata al processo evolutivo che sta affrontando.
Un compito esistenziale in cui necessariamente vengono messi in discussione i precedenti punti di riferimento dell'infanzia (figure genitoriali, valori familiari, rapporto con se stessi).
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IL RUOLO DELLE DINAMICHE FAMILIARI
Studi recenti (Bögels S.M., Brechman-Toussaint M.L. 2006; Hale et al., 2013) hanno evidenziato una correlazione tra adolescenti che presentano un disturbo d'ansia e un tipo di attaccamento insicuro con i propri genitori.
L'assenza di un rapporto di contenimento percepita dal ragazzo renderebbe infatti più difficile il compito di definizione della propria identità individuale richiesta dalla fase evolutiva e dal confronto con i pari.
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Questo non significa che la colpa è dei genitori, ma che all'interno del processo di distacco del giovane dalla propria famiglia di origine la necessità di rinegoziare i propri reciproci ruoli non sempre si snoda in modo sincrono: può così accadere che
l'adolescente inizia a ribellarsi all'autorità del genitore e il genitore non è ancora disposto a fare un passo indietro o che viceversa il genitore inizia a dare maggiori responsabilità ed autonomie al figlio e lui non è ancora predisposto ad uscire dalla protezione genitoriale.
In queste situazioni il ragazzo/la ragazza potrebbero vivere i propri genitori come eccessivamente invadenti (prima situazione) o rifiutanti e non accudenti (seconda situazione).
COME SI CURA IL DISTURBO PSICHICO NELL'ADOLESCENZA
Il trattamento dei disturbi d'ansia nell'adolescente prevede generalmente 3 fasi:
Assessment e Diagnosi:
Durante i primi 2-3 colloqui lo psicoterapeuta indaga e analizza:
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Lo stile narrativo e personologico della persona
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la sintomatologia attuale
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la genesi, durata ed evoluzione del sintomo
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il livello di influenza della sintomatologia nello svolgimento delle attività quotidiane
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le dinamiche familiari di dipendenza/indipendenza
Tali informazioni vengono raccolte attraverso specifiche tecniche di indagine clinica e la somministrazione di test standardizzati.
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Trattamento
Sulla base della diagnosi il terapeuta presenta il piano terapeutico al ragazzo e ai suoi genitori utilizzando le tecniche di intervento più efficaci per la specifica situazione. Personalmente utilizzo tecniche di Terapia di Terza Generazione, ovvero le tecniche che più recentemente hanno dimostrato scientificamente la loro efficacia nella risoluzione dei disturbi d'ansia e non solo.
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La terapia che ho sperimentato essere maggiormente efficace e coinvolgente per i ragazzi è l’Acceptance and Commitment Therapy (ACT) declinata nella terapia degli adolescenti proprio per distinguere i dubbi e le difficoltà emotive "normali" dell'adolescenza e quelle invece legate ad un sistema di pensiero inefficace a svolgere i propri compiti di crescita.
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I genitori verranno sempre coinvolti con colloqui cadenzati ogni 2-3 mesi di trattamento per renderli consapevoli di quali meccanismi possano scatenare reazioni ansiose e se necessario comprendere il proprio ruolo di sostegno nella crescita del figlio/a.
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Qualora si ravvisasse la presenza di una dinamica familiare altamente disfunzionale verrà proposta una terapia familiare.ā
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Conclusione e consolidamento
Risolta la sintomatologia ansiosa vengono effettuati 2-3 colloqui di consolidamento e mantenimento delle competenze acquisite a distanza di 1 mese l'uno dall'altro.
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